giovedì 2 – ore 21.30
Un progetto di Qui e Ora Residenza Teatrale
Ricerca materiali Francesca Albanese, Silvia Baldini, Silvia Gribaudi, Laura Valli
Regia Silvia Gribaudi
Assistente alla regia Roberto Riseri
Con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli
Immagini visive Silvia Gribaudi
Disegno luci Silvia Gribaudi e Domenico Cicchetti
Technical care Paolo Tizianel
Foto Michela Di Savino
Residenze La Piccionaia (Vicenza) | L’arboreto – Teatro Dimora (Mondaino RN) | Olinda –Teatro La Cucina (Milano)
Finalista In-Box 2017
In scena tre corpi nudi - o meglio in biancheria intima - volutamente messi in evidenza: masse corporee vive e non censurate, vere, oneste e ben diverse da quelle che ancora oggi siamo abituati a vedere in mostra sui giornali, su internet, in televisione. Tre donne non più giovani ma non ancora vecchie, certamente non perfette. Ma belle. Perché autentiche. E disposte, in uno show surreale, ad offrirsi al pubblico per quello che sono, corpi senza casa né spazio, sfrattate dal proprio io, lanciate a inseguire, divorare e moltiplicare le proprie ombre. Con passo leggero e sguardo ironico e tragicomico sul femminile.
Il corpo - casa è l’immaginario intorno a cui si sviluppa il lavoro di scena, da quel luogo le attrici partono per svelare momenti di fragilità e di bellezza, per restituire spaccati di intimità, per disvelare un posto segreto, un luogo fisico o uno spazio dentro di noi, comunque territorio della visione. Poche parole, quadri visivi, corpi in movimento. Un racconto fisico che va a indagare i luoghi dell’intimo.
MY PLACE segna l’occasione di mettere a confronto due poetiche diverse e affini. Due sguardi sul femminile. Si incontrano la ricerca di un movimento che nasce da corpi non convenzionali e la sperimentazione sulla drammaturgia autografa, lo sguardo ironico e l’indagine sul contemporaneo. Le attrici autrici di Qui e Ora prestano corpo alle visioni di Silvia Gribaudi e offrono a loro volta alla coreografa e performer un immaginario contemporaneo con cui mettersi a confronto
Dicono di noi…
DA TEATRO E CRITICA – KILOWATT FESTIVAL NUOVI LESSICI FAMILIARI Di Alessandro Iachino
In My Place, creazione di Qui e Ora Residenza Teatrale diretta da Silvia Gribaudi e finalista al premio InBox 2017, essa è invece luogo della possibilità e della scoperta. È la voce di Ásgeir ad accogliere il pubblico nell’Auditorium Santa Chiara, qualche istante prima che la creazione abbia inizio: «Home, I’m making my way home / My mind’s already there / Yes, my mind is / Light, you’re with me in the dark». La canzone del cantautore islandese risuona al contempo come un invito e una constatazione, come una promessa e un’opportunità: quasi che il palcoscenico e la platea possano rappresentare una sfida alla casa, e competere con le mura domestiche sul terreno impervio dell’intimità e della sicurezza. E il sentirsi al sicuro, se stessi qualunque forma e aspetto abbia il sé in oggetto, è l’epicentro attorno al quale Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli agiscono uno spazio scenico spoglio, occupato, già durante l’ingresso degli spettatori, soltanto dai loro corpi. In slip e reggiseno, le tre donne sono esseri non conformi, non disciplinati né disciplinabili: con libertà e disincanto ostentano una femminilità sfuggita alle maglie della taglia 42, ai diktat di una bellezza canonica e tuttavia irreale, agli imperativi di un’estetica patinata. Sono corpi politici – come da sempre lo sono quelli dell’arte di Gribaudi – proprio in virtù della loro emarginazione e dell’esclusione dall’orizzonte mediatico dominante. Insieme si detergono il collo e il seno, urlano la propria sconosciuta forza o compiono esercizi ginnici gareggiando con le proprie ombre: ma soprattutto sperimentano una dimensione ludica dello stare insieme, in cui vengono sospesi, forse cancellati, i ruoli stereotipici che il genere e l’età conferirebbero loro. Brevi inserti video, proiettati sul fondale, mostrano le donne all’interno di un paesaggio urbano: immobili su terrazze dalle quali dominano un panorama di tetti, o mentre camminano sull’asfalto di una qualsiasi strada di periferia, Albanese, Baldini e Valli si inseriscono come ulteriori edifici – di carne e sogni – nello skyline della città. In una drammaturgia che alterna sequenze di puro movimento a frammenti in prosa, nei quali sono declinati gli infiniti e personali significati attribuibili al concetto di my place, le donne conquistano quella fiducia che le può portare a giocare con il pubblico, a lasciarsi cadere tra le braccia di
sconosciuti spettatori. Le file di sedie, le quinte nere, i rettangoli di luce sagomata si tramutano così in un’abitazione accogliente: e vecchie parole – moglie, madre, casa, donna – acquisiscono una nuova, necessaria semantica.
PAPER STREET – LE SPERANZE DI KILOWATT La XV edizione del festival di San Sepolcro. Di Nicola Delnero
In My Place, spettacolo finalista del premio In-Box 2017 nato dalla collaborazione tra Qui e Ora Residenza Teatrale e Silvia Gribaudi. Sul palco ci attendono tre donne (Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli) in biancheria intima. Tre corpi lontani dalla perfezione imposta dai nuovi canoni estetici che non si nascondono, bensì accentuano la propria imperfetta (a)normalità, tema tanto caro a Gribaudi. Corpi che cercano rifugio fino a diventare vera e propria casa tra le loro smagliature, tra i segni del tempo sul corpo, tra il fiatone dopo una breve corsa, tra giochi leggiadri e urla di leggerezza. Accompagnate da brevi filmati e giocando con le proprie ombre, le tre attrici affrontano lo stereotipo, scardinano i canoni per ritrovare una conciliazione con se stesse attraverso la dimensione ludica e tragicomica che le unisce tra loro e con il pubblico, mostrando la propria femminilità più autentica, scevra da ogni modello imposto da una società sempre più votata a una perfezione che troppo spesso si concilia con quella estetica.
DA KRAPP’S LAST POST – LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE di Vincenzo Sardelli
“Un modo per sfatare i canoni tradizionali di bellezza, per criticare la società omologante e rappresentare un mondo rilassato, è “My place – Il corpo e la casa”, di Qui e Ora residenza teatrale.... la sapidità controcorrente di uno spettacolo che pone in dialettica corpo, età e ruolo della donna nella società contemporanea… Non occorrono troppe parole. Che poi è lo stile di Silvia Gribaudi. Che riduce in brandelli la prosa, abbatte gli steccati della danza, raccoglie i cocci della cultura borghese. Fa tutto un fascio dei costumi di scena e ne accende un falò, alla cui luce rischiara il nostro essere frantumato dal consumismo e dalle apparenze vuote, per ricomporlo poi amorevolmente.”
DA Q CODE MAG di Gabriella Ballarini
“Ci sono corpi che sono case, che sono strade, che sono danze e poi c’è un posto, il mio posto o meglio My Place. Tre donne in mutande e reggiseno. Il corpo e la casa. Il contenuto e il contenitore. Io, tu e lo spazio attorno. Tre corpi-rifugio che risplendono di normalità, corpi appesantiti dagli anni, alleggeriti dalla bellezza del gesto delle mani e dei piedi e delle scarpe. Smascherato il corpo, My Place ci chiede di rallentare la corsa. Da vedere, a qualsiasi costo.”
GIGI GHERZI – TEATRO DEGLI INCONTRI
"My place" di Qui e Ora Residenza Teatrale, visto ieri sera a Danae Festival, a Milano, è spettacolo bello e visionario. In scena i corpi di oggi, corpi senza più casa e senza più spazio, corpi costretti all'autosufficienza, a mostrarsi, performare, sbattersi, esibirsi. Gli stilemi della danza fatti amorosamente a pezzettini per restituire il frantumato del nostro essere corpi senza posti in cui abitare.
DA PERSI IN SALA – QUANDO LE PROIEZIONI DELL’ANIMA DIVENGONO STANZE E SOFFITTI di Luisa Gasbarri
“Le tre attrici della compagnia, Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli, guidate dalla sensibile regia di Silvia Gribaudi, hanno provveduto a smantellare con movimenti a tratti materni, rotondi, invasivi o morbidi fino al languore, l’individualismo abituale imposto dalla scena, nonché dal mondo occidentale. Lo scopo delineare un corpo femminile non convenzionale, mostrarlo nella sua autenticità al di là degli stereotipi imperanti, farne un essere umano scevro da ritrosie, censure, nella verticalità spasmodica del suo perenne perdersi e offrirsi.”
DAL BLOG DI ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI
“L’informalità, la percezione di un lavoro apparentemente non rifinito, volutamente sporco, nasconde una forma, un’estetica… La casa. L’elemento della voce, del racconto, dello spaccato di vita, parziale, quasi flash visivo, si inserisce in un panorama, letteralmente, fisico…”
Bio
Qui e Ora Residenza Teatrale nasce nel 2007. È una compagnia di produzione e una residenza teatrale, lavora su drammaturgie autografe, con una spiccata attenzione al contemporaneo. Opera in stretto contatto con il territorio e promuove progetti culturali legati al teatro in luoghi insoliti. Da anni conduce una sperimentazione sulla casa, attraverso la produzione di uno spettacolo di House Theatre (2011 Con tutto l’amore del mondo), attraverso percorsi di inchiesta teatrale che hanno portato a incontrare case e persone e attraverso la programmazione di una rassegna di teatro presso abitazioni private. Qui e Ora lavora sul tema del femminile attraverso workshop, percorsi di inchiesta, produzione di spettacoli (2012 MADRI concerto di sbagli e di intimità, 2013 A corto di bugie, 2014 Saga Salsa).
L’incontro di Qui e Ora Residenza Teatrale con la coreografa e performer Silvia Gribaudi – 2009 premio pubblico e giuria GD'A Veneto e Biennale di Venezia Ground 0, 2010 Aerowaves Dance Across Europe, 2012 Edinburgh Fringe Festival, 2013 finalista premio
equilibrio – avviene su un comune interesse tematico e su esperienze affini sviluppate nell’ambito della formazione, intorno a differenti aspetti del femminile. Percorsi simili che hanno visto donne di tutte le età mettersi in gioco, esplorando il rapporto con il proprio corpo, il proprio ruolo nella società contemporanea, la capacità femminile di costruire relazioni e benessere, in conflitto con la cultura del consumo e dell’apparire.