da martedì 1 a venerdì 4 2017 (dalle 9.45 alle 13.15)
Il testo, paesaggio in cui perdersi
Laboratorio di teoria del teatro e drammaturgia
POSTI ESAURITI
Spesso ci serviamo del testo teatrale come un salvagente.
Da spettatori, cerchiamo nella drammaturgia il filo per seguire lo spettacolo; quando scriviamo, la parola ci aiuta a comprendere il mondo e le sue leggi: attraverso un testo l’universo può essere, in un certo senso, mappato.
In questo modo siamo in grado di muoverci con sicurezza nella massa informe della nostra esperienza, individuando punti stabili, dotandola di senso, geografizzandola. Ma questa non è che un’illusione. Sappiamo bene che ridurre la nostra vita a una storia coerente è comodo ma insoddisfacente, e che l’esperienza sovente sfugge alla logica.
C’è sempre qualcosa che resta fuori dall’ambito del linguaggio verbale, qualcosa che si rifiuta di essere dotato di senso e di essere descritto a parole. Se il testo teatrale vuole esprimere tutto questo, deve farlo abbandonando la sua coerenza e la sua organicità, cioè decomponendo la fabula e riaprendo la storia.
Ora il testo non pretende più di dotare di senso il mondo, né di descriverlo; ma contribuisce a che il teatro torni a essere esperienza pura: perdersi nel paesaggio della vita senza l’aiuto di alcuna mappa.
Il laboratorio consta di una parte teorica e di una parte analitica. Si comincerà da un’introduzione alla Poetica, identificando le conseguenze che la teoria aristotelica ha avuto nello sviluppo del teatro drammatico fino alla modernità. Si parlerà della nascita della forma drammatica in ambito rinascimentale, che avviene parallelamente a quella della prospettiva. Vedremo come secondo le correnti positiviste la nostra idea di storia sia intimamente legata ai concetti spaziali di ordine e linearità.
Indagheremo poi in ambito filosofico e scientifico quelle teorie che si oppongono all’idea di spazio oggettivo, prendendo a esempio soprattutto la contrapposizione tra geografia e paesaggio nella fenomenologia di Erwin Straus.
La parte analitica si prefigge di studiare differenti drammaturgie contemporanee: il testo viene affrontato a tavolino, e la struttura viene analizzata in relazione alla strategia proposta dall’autore. Ci concentreremo in particolare su Far Away, di Caryl Churchill, su Attempts on Her Life, di Martin Crimp e sulle opere di Sarah Kane. Questi testi stimolano modalità di ricezione diverse dall’interpretazione logica e ci portano lontano dall’idea di un mondo ordinato, affermando così la necessità di un nuovo sguardo sulla realtà e un nuovo approccio alla sua esperienza.