Un lungo viaggio attraverso la sconfinata terra della pedagogia per l’infanzia.
di Davide Carnevali con Fabrizio Martorelli,
Silvia Giulia Mendola, Alberto Onofrietti
Teatro Franco Parenti
Educazione transiberiana è un progetto sul rapporto tra pedagogia e spettacolo. E in particolare sull’influenza che la televisione e i media esercitano sull’immaginario comune; a partire dall’infanzia, attraverso le trasmissioni per ragazzi e la programmazione dei cartoni animati, fino al ruolo che giocano nelle politiche di educazione e di produzione artistica nella società contemporanea.
Si parlerà di fiabe, cartoni, film, canzoni, musical, filastrocche, poesie e in generale di quelle narrazioni che appartengono all’universo del bambino e che influenzano la sua visione del mondo. Coprendo un arco di tre generazioni, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, andremo da Mary Poppins a Peppa Pig, da una rilettura postmoderna di Cenerentola a un’indagine socioeconomica sulle condizioni lavorative di Holly e Benji. Parleremo con i bambini dei loro sogni e desideri per il futuro, e andremo a indagare di differenze ideologiche tra mentalità capitalista e mentalità comunista nelle versioni sovietiche dei film Disney. Ci confronteremo con differenti punti di vista sulla pedagogia secondo Fourier, Marx, Brecht e Benjamin, per giungere infine alle politiche di deregolarizzazione delle presidenze Reagan, che hanno aperto definitivamente la strada al marketing per l’infanzia negli Stati Uniti.
Lo spettacolo propone così un mix di differenti codici estetici, che comprendono il dialogo a quarta parete e il monologo diretto al pubblico, la proiezione video e il coinvolgimento dello spettatore nel dibattito.
Si tratta, in definitiva, di mettere in mostra i meccanismi di costruzione delle narrazioni e il modo in cui esse influenzano la crescita del bambino, determinando il suo ruolo come consumatore nell’economia di mercato. Le storie non raccontano mai la realtà. Esse, piuttosto, la mediano in un discorso costruito su un preciso punto di vista. Ogni storia è dunque un’immagine parziale della realtà, filtrata attraverso una prospettiva ideologica, che emerge attraverso la strategia di narrazione:
la realtà raccontata come chi la racconta vorrebbe che fosse e, soprattutto, che fosse percepita. Il bambino, la cui mente è già predisposta ad assorbire quei modelli di comunicazione che influenzano il suo comportamento, è il ricettore più esposto ai rischi della manipolazione del linguaggio.
Specialmente in una società in cui questo modello economico tende ad abbassare l’età che marca la soglia del settore di mercato dei suoi consumatori, cercando sempre più insistentemente di inglobare la fascia infantile.
Cosa può fare il teatro a riguardo?
Il teatro è il territorio ideale per smascherare l’artificialità delle narrazioni e la loro tendenza a restituire solo un punto di vista sulla realtà. Perché solo in teatro la realtà può manifestarsi davanti allo spettatore contraddicendo sia la forma in cui la parola l’ha evocata, sia l’immagine che lo spettatore ha costruito nella sua mente. Attraverso il teatro possiamo dunque, in un certo senso, restituire la realtà delle cose all’esperienza e salvarla dagli usi impropri del linguaggio. Sempre in modo divertente e autoironico, ovviamente.
E coscienti del potenziale che un argomento di capitale importanza come l’educazione dei bambini può racchiudere, dell’interesse che può suscitare in ogni tipo di pubblico.
2- Il progetto: la produzione di teatro modulare
Il progetto sorge dalla collaborazione tra l’autore e regista Davide Carnevali e gli attori Fabrizio Martorelli, Silvia Giulia Mendola e Alberto Onofrietti, e vuole sperimentare una modalità di lavoro differente da quelle a cui gli elementi del gruppo sono abituati. La creazione nasce e si alimenta da un confronto permanente tra l’autore e gli attori, mentre la messa a punto dello spettacolo si sviluppa attraverso periodi di prova saltuari e dilungati nel tempo, non condizionati da scadenze.
Questa conformazione modulare risponde a una triplice esigenza.
In primo luogo, permette al gruppo di portare avanti un processo di creazione agile e sostenibile, lavorando di volta in volta, in modo autonomo, su specifiche scene. Durante questa fase delle prove ci si concentra sul senso e le intenzioni del testo, senza l’obbligo di impararlo a memoria, ma verificando che funzioni in bocca all’attore e comprovando le soluzioni sceniche a cui può aprire.
Pensiamo infatti che tanto la tranquillità di creare senza essere condizionati da una scadenza imminente, quanto l’implicazione prolungata e reiterata nel progetto da parte dei suoi ideatori, vadano a favorire la qualità del lavoro.
In secondo luogo, questa modalità permette di arrivare più facilmente al pubblico, offrendo la possibilità di presentare alcune scene, che conservano una certa autonomia drammaturgica, come mini-spettacoli. È appunto il caso di Peppa Pig prende coscienza di essere un suino, monologo di venti minuti, già stato programmato con successo in differenti festival in forma di mise en space. Il momento di confronto con il pubblico è essenziale per capire in che misura il lavoro stia funzionando, servendo così da riscontro fondamentale alla compagnia. Le forme della lettura e del semimontaggio offrono da un lato una ricezione più agile da parte dello spettatore, e dall’altro garantiscono una rifinitura del prodotto di maggiore qualità rispetto a una prova aperta.
In terzo luogo, questo metodo di lavoro permette a produttori e programmatori di seguire passo dopo passo l’attività del gruppo e constatare nel tempo il progresso del lavoro, in modo da avere un’idea chiara di come andrà a essere lo spettacolo. Inoltre, nel momento in cui Educazione transiberiana entrerà nell’ultima fase delle prove, gli attori arriveranno con un testo già conosciuto e un’idea di spettacolo definita, in modo che il tempo a disposizione sarà impiegato per ultimare il montaggio delle varie scene, fissare la memoria, collaudare gli elementi tecnici e rodare la partitura scenica.
Tutto questo si pone come un tentativo di ovviare ai problemi che il modello di produzione teatrale presenta nel nostro paese. Spesso le esigenze di produzione, le condizioni di lavoro a cui sono soggetti regista e attori, così come i tempi ristretti destinati alle prove, limitano drasticamente le potenzialità di un progetto, influendo negativamente sulla sua forma finale e, non di rado, deludendo le aspettative dei creatori, dei programmatori, ma soprattutto quelle del pubblico. Dietro tutto questo ci sono ragioni comprensibili dal punto di vista delle economie in cui il teatro è inquadrato, ma incomprensibili dal punto di vista delle modalità che richiederebbe la creazione artistica. In questo modo, recuperando una metodologia in parte ispirata al modello di produzione del teatro off argentino, cerchiamo dunque di mediare tra esigenze produttive, urgenze artistiche e necessità materiali dei componenti del gruppo. Nell’ottica, naturalmente, di un miglioramento non solo delle condizioni di lavoro, ma anche della qualità stessa del prodotto artistico, e dunque del momento della sua ricezione da parte del pubblico.
Il gruppo dispone attualmente di una residenza permanente presso il Teatro Franco Parenti di Milano, che si profila come produttore dello spettacolo. A ciò si sommano due residenze di creazione per l’anno 2017, presso il Granara Festival in luglio - agosto e presso Residenze IDRA di Brescia in novembre, finalizzate a ultimare il lavoro in vista della sua presentazione al pubblico in forma completa nella prima parte del 2018, presso il Teatro Franco Parenti.
3 -Carnevali / Martorelli / Mendola / Onofrietti, in collaborazione con PianoinBilico
Educazione transiberiana (un lungo viaggio attraverso la sconfinata terra della pedagogia per l’infanzia)
Testo e regia: Davide Carnevali
Con: Fabrizio Martorelli, Silvia Giulia Mendola, Alberto Onofrietti
Produzione: Teatro Franco Parenti
Credits: IT Festival; Granara Festival; Short Theatre
Episodi presentati al pubblico:
#1 / Peppa Pig prende coscienza di essere un suino
Con: Fabrizio Martorelli (monologo, 20’)
Milano, Fabbrica del Vapore, 15 maggio 2016 – IT Festival
Villaggio ecologico di Granara, Valmozzola (PR), 6 agosto 2016 – Granara Festival
Mantova, Chiesa di San Barnaba, 10 settembre 2016 – Festival Letteratura
Roma, La Pelanda, 13 settembre 2016 – Short Theatre
Torino, La Cavallerizza, 13 dicembre 2016
Episodi in creazione:
#2 / Holly e Benji patiscono le fluttuazioni del mercato globale
Con: Fabrizio Martorelli, Silvia Giulia Mendola, Alberto Onofrietti (dialogo, 15’)
#3 / Il migliore dei mondi possibili
Con: Fabrizio Martorelli e Silvia Giulia Mendola (dialogo, 10’)
#4 / Il Pisolone fa fare un dolce sonnellino alla tua coscienza critica
Con: Alberto Onofrietti (monologo, 10’)