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Teatro e arte

Vivere è un'arte: difficile.
Volevamo creare un posto in cui fare arte fosse più facile.

Ci siamo riusciti quando abbiamo issato un tendone da circo in mezzo ai boschi, e incredibilmente la gente è venuta: tanta.

Teatro e arti al di fuori dei luoghi deputati e dei circuiti produttivi. Tra i boschi, in mezzo a gente che sperimenta altre frontiere dell'intelligenza: edifici, energia, modi di coltivare; e soprattutto nuovi modi di vivere e di crescere.

Questo è il teatro, dagli albori dell'umanità, qualcosa che connette le persone e i loro progetti, il mondo reale e quello che vorremmo.

Qui c'è tutto quello che fa teatro: formazione dell'attore, organizzazione, rappresentazione, incontri, produzione, formazione del pubbico.

Siamo  stati il cuore del Festival, che ha una storia ricchissima: nato nel 2000, lo abbiamo gestito dal 2004; autonomamente fino al 2014 e, fino al 2018, insieme all'intero villaggio.
I personaggi del teatro contemporaneo italiano hanno trovato qui una situazione liberatoria e leggera, uno scambio umano col loro pubblico, con cui mangiare intorno al fuoco fuori dai ritmi concitati e dai rapporti stereotipati del teatro "normale".

La parola "teatro" sconfina sempre.

Con noi ci sono stati gli artisti visivi del MAGra, che a Granara hanno fondato il museo di arte contemporanea più piccolo d'Europa; poi installazioni, lavori ispirati da questo territorio. E ancora incontri con gli artisti, danza, cinema, musica. 

Abbiamo voluto favorire lo sviluppo di una rete di persone che collaborino sui singoli progetti e che possano utilizzare le strutture del villaggio anche per esperienze autonome.

Le attività godono del patrocinio e del sostegno del Comune di Valmozzola, della Provincia di Parma e, per la realizzazione del Festival, del contributo Regione Emilia Romagna.

approfondisci »

 

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Chi

L' Associazione Teatro Granara organizza e promuove una serie di attività legate alla ricerca e alla rappresentazione performativa. Non solo teatro quindi, ma anche danza, musica e arte contemporanea.

Il MAGra Museo d’Arte contemporanea di Granara è il più piccolo Museo di Arte Contemporanea mai visto.

 

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Approfondimenti

Valori del Festival

I valori che hanno improntato l'organizzazione del Granara Festival sono stati tanti.

Fare incontrare grandi maestri e giovani talenti.

Anche i grandi maestri sono stati giovani ad inizio carriera e poiché intraprendere la carriera teatrale è sempre più difficile, abbiamo voluto offrire un luogo dove mescolare le scuole e le generazioni, condividere l'esperienza scenica, affinare le tecniche e i ferri del mestiere.
Il festival ha promosso 
giovani talenti affiancando l'esperienza di maestri del teatro contemporaneo in una logica di dialogo, ascolto e scambio delle competenze.
Serena Senigallia, Renata Ciaravino, Giorgio Sangati, Ascanio Celestini, Arianna Scommegna... oggi sono affermati, quando sono passati da noi erano all'inizio carriera. 

Privilegiare le compagnie che lavorano in autonomia e indipendenza

Le caratteristiche degli eventi prodotti o ospitati sono state l’indipendenza, la sperimentazione dei linguaggi, l’incontro tra chi inizia a imparare, chi produce, tra chi è curioso e chi ha una grande esperienza.

Mantenere convivialità e umanità

La convivialità degli eventi, per lo più residenziali, ha reso possibile una qualità dell’incontro capace di generare collaborazioni tra gli artisti e di approfondire la trasmissione dei saperi nel rapporto trainer-allievo.

Il luogo del teatro non è mai neutrale

Il contesto specifico del villaggio Ecologico di Granara è stato una cornice “protetta” e naturale  che ha favorito lo scambio delle esperienze umane attraverso la relazione, lo studio e il lavoro insieme.
La natura del posto è sempre in scena. Alla lettera: è successo che qualche animale selvatico comparisse in scena durante uno spettacolo.

Scegliere un posto ricco di stimoli ma anche di de-stimoli

La sovrastimolazione cui siamo tutti sottoposti non è amica del teatro, spesso anestetizza e satura, mentre il teatro ha bisogno di sensibilità e capacità di ascolto. Abbiamo cercato di scambiare stimoli di intensa qualità umana e di denso spessore espressivo.

Tutto è energia

La scelta di un basso impatto ecologico ed energetico non è solo una scelta di campo a difesa del Pianeta: diventa anche uno stile espressivo, si lega a temi sociali e civili come la nonviolenza, il rispetto del suolo, la ricostruzione delle relazioni civili.
Per questo siamo molto orgogliosi di essere stati il primo Festival a impatto positivo, che ha prodotto più energia di quanto ne ha consumato.

E poi ci sono i valori generali del villaggio

Sono un manifesto di vita, in cui il festival si riconosce e si rispecchia, leggetelo: ne vale la pena.

Storia del Granara Festival

La storia del festival è appassionante per tutti: artisti, organizzatori, pubblico e residenti.

Nel 2000 alcuni giovani appena diplomati alle accademie di teatro, tra cui la compagnia A.T.I.R. e l'allora collettivo Dionisi di Milano, decisero di fare un festival in mezzo ai boschi. La gente arrivò, l'esperienza fu entusiasmante. Così, pazzia nella pazzia, comprammo un enorme tendone da circo e lo piazzammo in un bellissimo prato. Funzionò benissimo: nel 2003 alcuni di noi decisero di creare un'associazione per permettere al festival di diventare un'appuntamento annuale. 

Da allora, e fino al 2018, abbiamo proposto un variegato calendario di appuntamenti, dal teatro al cinema alla danza, passando per la musica e l’arte contemporanea. 

Dal 2007 al 2018 l'associazione MAGra, gestita dagli artisti Chiara Camoni e Luca Bertolo, vi ha realizzato un museo di arte contemporanea e in ogni edizione del festival ha proposto PROGETTO<1: una installazione nello spazio museo inferiore a un mq, che ha ricevuto segnalazioni dalle riviste di settore ed è stata annoverata nella rete dei musei europei.

Dal 2010 al 2028 il festival si è ampliato, divenendo espressione delle varie realtà del villaggio ecologico di Granara come l’Associazione Cento Passi (educazione ambientale per bambini e ragazzi), G.eco (Gruppo ecologia), la cooperativa Alekoslab (accoglienza e ospitalità), La Granéra (Gruppo rurale), offrendo con un programma integrato di laboratori ed attività.

Il nostro impegno è andato avanti sino al 2018, anni entusiasmanti e pieni di sfide, che ci hanno accompagnato nel nostro crescere. Come ogni esperienza che si trasforma e cambia, al momento il nostro festival sta vivendo una pausa, in attesa di capire cosa ci riserverà il futuro, quale nuovo seme sta riposando sotto la neve. 

 

Granara Festival 2018

Granara Festival 2017

Granara Festival 2016

Granara Festival 2015

Granara Festival 2014

Granara Festival 2012

Granara Festival 2011

Granara Festival 2010

Granara Festival 2009

Granara Festival 2008

Granara Festival 2007

Granara Festival 2006

Granara Festival 2005

Granara Festival 2004

Granara Festival 2001

Granara Festival 2000

Chi è venuto al Granara Festival

Sono tantissimi gli artisti che hanno portato il proprio lavoro al festival.

In diciotto edizioni, sotto il piccolo tendone, nell'anfiteatro, nel bosco più fitto o in un borgo disabitato vicino a noi, sono passate decine di compagnie, alcuni giovani talenti, altri, moltissimi, generosi maestri di teatro.

Questa è la parola giusta, generosità. Gli artisti che abbiamo invitato al festival hanno scelto di sostenere, tenere in vita e dare bellezza a questo evento.
Partecipare al festival di Granara come artista ospite non ha significato arrivare nel pomeriggio, allestire le scene, puntare le luci, andare in scena, cenare in una sala ristorante vuota, ripartire nella notte o passare una notte in hotel, bensì stare in ascolto e iniziare un dialogo con il villaggio qualche mese prima dell'evento, ragionando insieme sul "tema" dell'edizione, ipotizzando un percorso, immaginando un laboratorio possibile. E poi: arrivare al villaggio insieme agli iscritti, aprire la valigia e sistemare i vestiti utili per una settimana. Qualche volta portarsi dietro la famiglia e sistemare molte più valigie.

Vivere ogni giorno gli eventi del festival, discutere e confrontarsi con il lavoro di colleghi spesso solo incrociati in qualche foyèr di qualche teatro in qualche città. Lavorare in uno spazio "recuperato", come una ex-stalla o selvatico come un bosco dell'Appennino.

Rappresentare il proprio spettacolo in un tendone da circo, il pubblico vicino, conosciuto, ogni parola arriva in ogni cuore e il lungo abbraccio si scioglie in un applauso autentico.

E poi cenare intorno al fuoco, ascoltare cosa è risuonato nel pubblico ascoltando magari un buon musicista.

Portare il proprio lavoro al festival è stato come partecipare a una festa in cui ci si scambiano regali. 

Un grazie sentito ai tanti che hanno creduto e sostenuto questo progetto:

Ascanio Celestini, Laura Curino, il Teatro dell’Argine e Mario Perrotta, A.T.I.R, Dionisi Compagnia Teatrale, Alma Rose’, Baby Gang, Teatro Club Udine, CSS Udine, Le Assurd, EmmeA’ Teatro, Teatro dell’Orsa, Europa Teatri, Patrizio Dall’argine e Ca’ Luogo D’Arte, Miloud e i Ragazzi di Bucarest, Compagnia Veronica Cruciani, Cesare Ronconi e Teatro Valdoca, Babilonia Teatri, Danio Manfredini, Mimmo Sorrentino, gli Omini, Maria Carpaneto, Gary Brackett (Living theater), Marco Paolini, Cesar Brie, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Gabriella Salvaterra, Saverio La Ruina, Carrozzeria Orfeo, Antonio Rezza...

Bambini e ragazzi al Festival

Lo sguardo bambino dentro il festival.

Al Festival l'associazione Centopassi ha sempre proporsto vari laboratori.
Siamo partiti dal principio che la presenza di bambine e bambini, ragazze e ragazze è parte integrante dell'intero evento.
Ma non nella logica del servizio e dell'intrattenimento: i bambini meritano cose pensate per loro ma non "di serie B": devono avere la stessa dignità culturale ed estetica delle cose per gli adulti.
Le attività proposte da Centopassi hanno avuto una connotazione artistica - laboratori di teatro, cinema, arti figurative ecc. - e hanno incluso le famiglie, ascoltandone i bisogni e lasciando spazio a forme di narrazione intergenerazionali e alla prospettiva fantastica.
L'Associazione Cento Passi si occupa principalmente di educazione ambientale presso il Villaggio. 
 
 

 

Impatto positivo

Il Festival è stato un evento a impatto energetico positivo

L’elettricità prodotta dai pannelli solari del villaggio superava quella consumata durante il festival. Dopo un lungo percorso di ricerca  e sperimentazione sul tema dell’impatto energetico dei grandi eventi, abbiamo superato il concetto di “impatto zero” appropiandoci della dicitura “impatto positivo”.

A partire dal 2012 il Granara Festival è stato il primo in Italia a consumare meno energia di quanta ne abbia prodotta il luogo che lo ospita.
Gli artisti e gli ospiti dell’evento si sono confrontati in questi anni con una pratica quotidiana di utilizzo di tecniche sostenibili che vanno dal risparmio energetico al lavoro a diretto contatto con la natura.

Banca del tempo

Il Festival è stato organizzato da persone che hanno offerto il proprio impegno principalmente a titolo volontario.

Anche gli artisti ospiti hanno aderito al progetto con una logica di condivisione e di sostegno.

In questa cornice abbiamo attivato una banca del tempo che, oltre ad alleggerire il lavoro dei volontari permettendo a tutti di godere del festival, ha cercato di abbattere la logica del “servizio” dando l’opportunità, anche a chi ha partecipato come fruitore, di conoscere da vicino i meccanismi del festival, dando una mano e contribuendo alla riuscita dell’evento. 

 

Sostenitori e finanziatori

PROMOSSO DA                            

 

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Come raggiungerci

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Villaggio ecologico di Granara
loc. Granara frazione Branzone
43050 Valmozzola Parma Italy
 
 
Email villaggio@granara.org

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